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Come si Diventa Fotografo

Come si diventa fotografi? Occorre fare necessariamente qualche corso oppure si può diventarlo anche da autodidatta? E’ necessario avere dell’attrezzatura in particolare?
Con lo sviluppo degli smartphone che oggi fanno si che chiunque possa cimentarsi nella fotografia digitale è sempre più facile porsi la domanda “come posso diventare un fotografo”? Se la domanda è semplice, la risposta non è troppo complicata, almeno in superficie.

Per diventare un fotografo, e magari anche per diventarlo a livello lavorativo, non è necessario possedere alcun titolo di studio o qualifica: basta essere un fotografo abbastanza bravo da attirare clienti, nel caso lo si scegla come professione. Discorsi sul tipo di attrezzatura sono quindi completamente soggettivi per il fotografo che lo fa per hobby e invece sono scelte imposte dallo standard utilizzato al momento dai professionisti per chi lo scelga come lavoro.

L’introduzione della tecnica digitale ha reso più accessibile il mondo della fotografia che prima, per costi di sviluppo della pellicola e della stessa attrezzatura fotografica, era ristretto ad un esiguo numero di persone. Ma questo ampliamento non ha portato ad un aumento delle “foto di qualità”: si ritiene troppo facilmente infatti che per fare una foto bella basta farne 100 e scegliere la migliore. Il lavoro del fotografo non è quello di semplicemente scattare una foto quanto gli capita: per diventare un fotografo prima di tutto la fotografia bisogna concepirla nella testa, strutturarla e pianificarla.

Può capitare a tutti di fare una foto particolarmente riuscita, ma solo attraverso una lunga formazione si possono riuscire a scattare fotografie eccellenti: competenze tecniche quali l’utilizzo delle varie funzioni delle reflex unite ad una conoscenza della semiotica e della storia dell’arte fanno la differenza tra un amatore e un professionista.

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Come Diventare Assistente alla Poltrona

Come si diventa Assistente di Studio Odontoiatrico (Aso)? Occorre essere laureati per essere assistenti alla poltrona? Che qualifiche sono richieste?

L’assistente alla poltrona, o meglio “Assistente di Studio Odontoiatrico (Aso)”, è una figura di supporto all’attività dell’odontoiatra e dello studio dentistico in generale. Le manisioni di un assistente alla poltrona non si esauriscono infatti nel supporto durante le operazioni di assistenza al dentista mentre questi opera, ma la figura è coinvolta in molte altre fasi, anche burocratiche, della gestione dello studio dentistico; gestire i rapporti coi pazienti e con i fornitori, gestire la contabilità, organizzare l’agenda dello studio, sono solo alcune delle mansioni che possono vederlo coinvolto.

Al di là delle ovvie caratteristiche personali che un lavoro a contatto diretto con il cliente richiede, quali capacità di relazionarsi con atteggiamento calmo e rassicurante , scarsa impressionabilità visto che si assisterà ad operazioni chirirgiche ed estrema precisione nello svolgimento dei compiti assegnati, non è necessario avere alcun tipo di titolo di studio o di formazione specifica per accedere al posto di lavoro. Non è quindi necessaria la laurea in ambito medico-sanitario, ma è invece necessario avere un titolo di scuola media secondaria.

Risulta essere anche vero che pur non essendo obbligatori corsi di formazione specifica, oramai gli studi odontoiatrici si avvalgono esclusivamente di personale qualificato, quindi se si vuole diventare un assistente di poltrona è necessario investire in un corso di formazione specifico: i corsi sono solitamente organizzati dalla regione e hanno una durata di circa 1000 ore suddivise parimenti tra teoria e pratica. Questi corsi mirano ad offrire allo studente una formazione teorica e pratica che gli tornerà poi utile durante il lavoro di assistente di studio odontoiatrico. Garantirà una conoscenza degli strumenti che si utilizzano in uno studio dentistico, dei materiali che vengono impiegati nei trattamenti sanitari e le norme che regolano il lavoro del dentista, quali la legge sulla privacy e il segreto professionale.
Esiste anche la possibilità di seguire corsi online che, come per quelli in aula, devono fornire alla conclusione l’attestato di qualifica professionale L. 845/78 art.14, ovvero quello riguardante la professione di assistente alla poltrona o assistente di studio odontoiatrico.

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Come si Diventa Giornalista

Come si diventa giornalisti? Bisogna per forza essere laureati in un ambito umanistico? C’è un esame da sostenere per poter entrare a far parte dell’ordine dei giornalisti?
Fare il giornalista è il sogno di molte persone fin da piccole. Per quelli che con l’età non hanno perso l’obiettivo di diventare giornalisti la strada per diventarlo è sancita da una legge del 1963 che prevede obbligatoriamente per ottenere la qualifica di “giornalista” l’iscrizione all’ODG (Ordine Dei Giornalisti).

Esistono due categorie di giornalisti riconosciuti dall’Ordine: i giornalisti pubblicisti e i giornalisti professionisti. la maggiore differenze tra queste due categorie è che mentre i giornalisiti pubblicisti svoltono l’attività di giornalismo in modo occasionale se pure retribuita, i professionisti invece svolgono esclusivamente e continuativamente l’attività giornalistica come occupazione.

Il giornalista pubblicista per diventare tale deve svolgere attività di giornalismo in modo retribuito presso una testata registrata presso il competente tribunale (che può essere sia un quotidiano, un periodico, un giornale online o presso emittenti televisive o radiofoniche) per un periodo minimo di due anni, periodo nel quale deve accumulare la redazione di almeno 65 articoli originali retribuiti. Questi articoli e le rispettive ricevute di pagamento della ritenuta d’acconto del 20% dovranno essere presentate al momento della richiesta di iscirizone all’albo.
Ai fini del raggiungimento del titolo di giornalista pubblicista non sono quindi valide le collaborazioni a titolo gratuito oppure l’equivalente partecipazione a corsi di formazione non espressamente riconosciuti dall’ordine dei giornalisti.

Per chi invece aspira alla posizione di giornalista professionista deve effettuare un praticantato di 18 mesi presso una redazione e effettuare un corso di formazione riconosciuto dall’ODG della durata minima di 45 ore che può essere anche svolto a distanza. In sostituzione si può frequentare il biennio di scuola di giornalismo. Avendo questi prerequisiti l’aspirante può sostenere la prova d’esame che gli consente di accedere alla posizione di giornalista professionista.

Quanto sopra detto è descritto dalla legge 69 del 1963 e in particolare nell’articolo 32 e 34 per i professionisti e 35 per i pubblicisti.

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Come si Diventa Avvocato

Come si diventa insegnanti? Quali titoli di studio sono necessari per insegnare ai vari livelli della scuola? Che differenza c’è tra diventare insegnante nella scuola pubblica e in quella privata?
Tutti abbiamo sempre sognato almeno una volta, fosse anche solo per spirito di vendetta, di diventare insegnanti e poter esercitare la nostra volontà su una classe di alunni. Ma per chi avesse intenzioni più serie e volesse far diventare l’insegnamento nelle scuole la sua carriera, qual’è il percorso da seguire?

Un presupposto comune a tutti i livelli di insegnamento è che per esercitare la professione è necessaria la laurea. E non è sufficiente conseguire una laurea triennale, ma occorre seguire un corso di studi di 5 anni.

Per diventare un insegnante della scuole media dell’infanzia, quella che un tempo era chiamata la scuola materna, e nella scuola primaria, quella che un tempo era chiamata la scuola elementare di deve ottenere una laurea quinquennale nel corso di laurea in scienza dell’educazione primaria a ciclo unico che comprende al suo interno il tirocino sempre obbligatorio. Grazie a questo titolo si può accedere ai concorsi per diventare insegnanti a questo livello di istruzione.

Per diventare insegnante nella scuola media di primo e secondo grado ovvero scuola media inferiore di 3 anni e scuola media superiore di 5 anni è necessario avere nel proprio curriculum una laurea di vecchio ordinamento (quindi sia quadriennale che quinquennale, a seconda del corso di studi) oppure una laurea di secondo livello (anche detta laurea magistrale) di due anni che è conseguibile dopo averne ottenuta una di tre anni. E’ possibile anche conseguire un diploma accedemico di secondo livello per poter occupare le medesime posizioni.

Ogni percorso di studi universitari abilita all’insegnamento solo di determinate materie a determinati livelli: ciascuna materia è associata ad una classe di insegnamento che è realizzata dal MIUR, acronimo per Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.

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Come si Diventa Avvocato

Il tuo desiderio è quello di diventare un avvocato? Come sarà facile immaginare il primo passo fondamentale è prendere una laurea in giurisprudenza. E’ importante che il percorso di studi universitario abbia durata quinquennale, quindi non si può diventare avvocato con la semplice laurea di tre anni, ma occorre necessariamente affrontare anche il percorso della specialistica.

Una volta conseguito il titolo di studio giusto si deve trovare uno studio dove fare praticantato, ovvero un servizio di due anni per cui non è prevista retribuzione in cui ci si aspetta si apprendano le dinamiche lavorative di uno studio legale. Se l’operazione di trovare uno studio che voglia avvalersi per due anni della vostra collaborazione gratuita dovesse risultare difficoltoso ci si deve rivolgere al Consiglio dell’Ordine Forense.

Dopo questo periodo vi verrà rilasciato un certificato che attesta l’attività svolta presso lo studio di avvocatura che vi consentirà di accedere all’esame di stato che vi consentirà di fatto di diventare un avvocato.
L’esame per l’iscrizione all’albo degli avvocati deve tenersi nella sede di Corte d’appello dove si è effettuato il praticantato; la domanda di ammissione agli esami deve essere presentata, di solito, entro il 10 novembre. L’esame consiste in una prova scritta e una prova orale; la prova scritta, realizzata dal ministero della Giustizia, è divisa in tre parti
la redazione di un parere motivato riguardante una questione di natura civile;
la redazione di un parere motivato riguardante una questione di natura penale;
la redazione di un atto giudiziario che dimostri la conoscenza del candidato della materia, che può essere di natura privata, penale o amministrativa.

La prova orale invece si divide in due: viene saggiata la preparazione del candidato in materia di diritto e verificata la sua conoscenze dei diritti e doveri dell’avvocato.
Al passaggio dell’esame viene richiesto un giuramento presso il tribunale e il versamento di una quota associativa all’ordine, dopodiché si può esercitare.