Browse Category by Lavoro
Lavoro

Come Diventare un Mangaka

Come si fa a diventare mangaka? C’è un percorso di studi che bisogna seguire? Si deve necessariamente essere giapponesi o andare a lavorare in giappone?

La parola in Giappone indica un artista che crea fumetti; nel nostro paese questo termine viene utilizzato con un singificato più ampio, ovvero una persona autrice dei tipici fumetti giapponesi, i manga.
Il mangaka non è solo un disegnatore o un fumettista, ma incarna le due anime di chi realizza un fumetto: chi scrive la storia e chi realizza i disegni; un mangaka è quindi sia autore che disegnatore e deve quindi avere le qualità per fare entrambe le cose piuttosto bene.

Non esiste un “titolo di studio” che consente di diventare automaticamente mangaka: anche perché si può essere bravi e capaci quanto si vuole, ma se non si ha una casa editrice che crede nelle tue doti rimane solo la difficile via dell’autoproduzione. Una delle migliori scuole per imparare lo stile Manga è quella di ; ma deve essere chiaro che è una strada dura e senza certezze: diventare Mangaka non è affatto più semplice che diventare scritto in Italia, quindi bisogna essere veramente molto determinati e non farsi abbattere dagli insuccessi.

Il Giappone è senza dubbio il paese dove si pubblicano più manga, ma non è detto che sia anche il paese più adatto dove trovare lavoro. Primo perché il Giappone è notoriamente un paese piuttosto “chiuso” verso gli stranieri, specialmente nei suoi settori più tradizionali tra cui, appunto, quello del fumetto. Secondo perché la concorrenza sarà agguerritissima: è infatti il sogno di tantissimi giapponesi quello di diventare Mangaka: un poco come da noi quello di diventare calciatori professionisti.
Bisogna però dire che esistono casi, seppur rari, di non-giapponesi che sono riusciti nel loro sogno: , francese, e Park Sung-Woo, coreano, su tutti.

Lavoro

Come Cercare Lavoro in Svizzera

Come cercare lavoro in Svizzera attraverso i centri per l’impiego consigli per il curriculum vitae da inviare informazioni utili per i cittadini dell’UE e dell’AELS. Trovare lavoro in Svizzera è un pensiero molto comune tra i cittadini provenienti da ogni parte dell’Europa in quanto è stimato che questo paese offre ai suoi lavoratori livelli di salario tra i più alti al mondo. Inoltre la percentuale di disoccupazione risulta essere la più bassa tra gli altri stati dell’Unione Europea e la qualità della vita è piuttosto elevata. La base fondamentale per trovare lavoro in Svizzera o in qualsiasi altro paese è conoscere come e dove cercare gli annunci di posti disponibili.

Le modalità di ricerca per un posto di lavoro sono simili a quelle utilizzate in Italia. Anche in Svizzera vi sono a disposizione dei disoccupati uffici di collocamento pubblici ma si trovano anche agenzie di collocamento private. Inoltre gli annunci di lavoro sono pubblicati giornalmente negli inserti speciali dei quotidiani più importanti di ogni città. Ogni centro per l’impiego detto RAV ha il suo portale online che ogni cittadino può consultare.

La cosa importante come anche in Italia è la consegna di un Curriculum Vitae aggiornato che deve essere rigorosamente in formato europeo Europass per essere accettato. Importante è sapere che una volta che ci si è trasferiti in Svizzera si hanno otto giorni di tempo per registrare il proprio arrivo e che prima di iniziare a lavorare è necessario iscriversi presso gli uffici comunali della nuova città di residenza. Ultima condizione necessaria e fondamentale per poter iniziare a lavorare in Svizzera è che per legge bisogna essere coperti da una polizza di disoccupazione che per metà è a carico del lavoratore e per metà a carico del datore di lavoro.

L’economia svizzera ruota principalmente intorno alla manodopera straniera soprattutto di operai provenienti da paesi europei. I cittadini dell’UE e dell’AELS possono soggiornare in Svizzera per effettuare la ricercare dell’impiego. Il periodo di ricerca può essere prolungato richiedendo un particolare permesso di breve durata. La durata massima consentita per il soggiorno di stranieri in Svizzera è di tre mesi più altri tre di proroga. Ai cittadini che non appartengono all’Unione Europea e all’Associazione europea di libero scambio sono applicate condizioni più restrittive: infatti per poter entrare nel paese devono già essere in possesso di un contratto e di un permesso di lavoro. I familiari dei lavoratori stranieri con regolare permesso di lavoro possono tranquillamente trasferirsi in Svizzera. Sono considerati parenti il coniuge i figli sotto i 21 anni e i parenti a carico delle persone residenti in Svizzera.

Per cercare lavoro però non è per forza necessario trovarsi sul posto. La Svizzera partecipa infatti al progetto per la consulenza su Eures il portale dell’Unione Europea dedicato alla mobilità professionale in Europa. Questa opportunità è concessa solo ai cittadini dell’UE e dell’AELS. Oltre a questo portale in rete sono presenti numerosi siti con offerte di lavoro presso le aziende svizzere. Sfruttando i filtri di ricerca che questi siti mettono a disposizione è molto semplice effettuare ricerche in funzione del titolo di studio del settore dove si vuole lavorare o più specificatamente per professione.

Lavoro

Come Cercare Lavoro in Brasile

Sai già come fare per cercare lavoro in Brasile? In questa guida tutto quello che c’è da sapere per cercare lavoro in Brasile. Informazioni sul visto, come scrivere il curriculum e dove trovare le migliori opportunità di lavoro. Per cercare lavoro in Brasile c’è bisogno di grande abilità preparazione e tenacia per riuscire ad affermarsi in questa nazione emergente.

Le città che offrono le maggiori opportunità lavorative sono l’industrializzata San Paolo, dove vivono tantissimi italiani, Rio de Janeiro e Salvator de Bahia, ricche entrambe di strutture ricettive e considerate tra le più floride nel mercato del lavoro.

Il Brasile ha creato varie leggi che danno la priorità ai residenti rispetto agli stranieri quando ci sono delle opportunità di lavoro. Ciò premesso, fondamentale per cercare lavoro in Brasile sono le capacità e le credenziali di cui si è in possesso e che hanno un certo valore. Innanzi tutto bisogna saper parlare bene il portoghese o imparare la lingua intraprendendo dei corsi accelerati presso scuole per stranieri o affidarsi ad insegnanti madrelingua oppure immergersi nell’ascolto delle cassette audio pre-registrate in lingua portoghese.

Per iniziare la ricerca del lavoro che si intende svolgere bisogna preparare due Curriculum: uno in lingua inglese ed un altro in quella portoghese. Il Curriculum Vitae deve essere di due pagine evitando eccessivi dettagli ma neanche troppo povero di contenuti quindi in esso bisogna indicare

i dati anagrafici
i titoli di studio, non menzionando il voto perché in Brasile non è importante
il grado di conoscenza delle lingue sia parlate che scritte
il livello di abilità nell’uso del computer
tutte le esperienze lavorative precedenti
eventuali stage o master effettuati.
Inoltre è fondamentale sottolineare i settori in cui ci si sente più esperti o predisposti ad esempio contabilità marketing o turismo. Il Curriculum va tuttavia accompagnato da una lettera di presentazione categoricamente scritta in lingua portoghese, nella quale il candidato deve sottolineare le proprie competenze ed eventuali aspirazioni professionali all’interno dell’azienda con cui si intende effettuare il colloquio.

Un modo per cercare facilmente lavoro in Brasile è quello di affidarsi ai siti web che offrono opportunità in svariati settori professionali. In questo caso bisogna inviare online il proprio Curriculum ed entro breve tempo si viene convocati per un colloquio preliminare. Invece i centri per l’impiego sono ubicati con i loro uffici a San Paolo, Rio de Janeiro e Recife dove si può presentare il Curriculum personalmente con l’attribuzione di un numero di protocollo che funge quasi da prenotazione in una graduatoria. Le figure professionali più ricercate in Brasile riguardano principalmente quelle nel settore turistico informatico e tecnologico.

Nel primo caso si può ottenere l’abilitazione a lavorare presso strutture alberghiere, come ad esempio addetto alla reception o come portiere d’albergo. Fondamentale in Brasile per poter accedere ad un’opportunità di lavoro è il possesso di un visto turistico della durata di 90 giorni in modo da poter pianificare con un po’ di tempo a disposizione tutto ciò che riguarda la parte burocratica. Una volta assunti in un’azienda si può ottenere la carta fiscale (presso il Consolato) che consente sia l’apertura del conto corrente bancario indispensabile per l’accredito dello stipendio e per affittare un appartamento. Tuttavia un contratto di lavoro in Brasile prevede un periodo di prova di tre mesi dopodiché diventa a tempo indeterminato con il diritto di avere un mese di ferie all’anno retribuite. Molti giovani si recano quindi in Brasile per cercare lavoro in quanto il paese è in un momento di boom economico e la ricerca di personale qualificato favorisce l’assunzione presso le aziende di coloro che ne fanno richiesta.

Lavoro

Come Sono Regolamentati i Contratti di Lavoro

La regolamentazione del rapporto di lavoro è la risultante della combinazione delle regole dettate dalla legge, dal contratto collettivo e da quello individuale.

La disciplina del rapporto (che annovera profili economici quali la retribuzione ad esempio e i profili normativi quali orario, mansioni, qualifiche, ecc.) non è, infatti, demandata all’“autonomia privata” del singolo datore e del singolo lavoratore dal momento che l’ordinamento si preoccupa di imporre – direttamente o indirettamente – tutta una serie di precise limitazioni al contenuto del contratto e, ancor di più, ai comportamenti dei soggetti negoziali nell’esecuzione dello stesso, per ragioni di protezione del contraente debole.

A giustificare, infatti, la preminenza della legge e per essa della contrattazione collettiva nell’esecuzione delle attività delle parti è la posizione di inferiorità economica del lavoratore: proprio per superare tale squilibrio è finalizzata la limitazione all’autonomia privata (ossia al potere di decidere in che modo regolamentare i propri interessi), effettuata per mezzo della disciplina legale e dell’azione normativa delle organizzazioni sindacali mediante la contrattazione collettiva.

La Contrattazione Collettiva
Il contratto collettivo di lavoro è lo “schema negoziale” attraverso cui le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e le associazioni dei datori predeterminano congiuntamente la disciplina dei rapporti individuali di lavoro ed alcuni aspetti dei loro rapporti reciproci. Essa si svolge a diversi livelli: da quello interconfederale a quello di categoria, a quello locale ed aziendale.
La caratteristica di questo contratto è che almeno una delle parti stipulanti è necessariamente un soggetto collettivo: se, infatti, il lato imprenditoriale può anche essere monosoggettivo (è il caso dei contratti aziendali), il lato dei lavoratori è sempre rappresentato da una coalizione ossia un sindacato.
I contratti che hanno maggiore rilevanza pratica sono quelli collettivi nazionali di lavoro (Ccnl), conclusi a livello di categoria.

Funzione normativa
La particolare funzione del Ccnl è detta normativa: il contratto collettivo, infatti, determina i contenuti di una futura produzione negoziale ossia individua le condizioni alle quali dovranno attenersi singolo datore e singolo lavoratore nell’attività contrattuale che svolgeranno nel futuro (se la svolgeranno).
Detto ancora in altri termini nel contratto collettivo si stabiliscono le regole a cui le parti si atterranno nel momento in cui, con negozi distinti, decidereranno di dar vita ad un concreto rapporto lavorativo.

Le finalità tipiche del contratto collettivo sono quindi
-determinare il contenuto essenziale dei contratti individuali di lavoro in un certo settore (commercio, industria metalmeccanica, industria chimica, ecc.), sia sotto l’aspetto economico (retribuzione, trattamenti di anzianità) sia sotto il profilo normativo (orario, qualifiche e mansioni, stabilità del rapporto, ecc.).
-disciplinare i rapporti tra i soggetti collettivi (c.d. relazioni industriali).

Principio della inderogabilità in peius
Il rapporto tra autonomia collettiva e individuale è regolato dal principio della inderogabilità in peius ossia è possibile che il contratto individuale si discosti dal quello collettivo a patto che la modifica sia migliorativa per il prestatore di lavoro e non comporti per lui uno svantaggio.
Più generale, nel contesto gerarchico delle fonti del rapporto di lavoro il principio è che la fonte inferiore (il contratto individuale rispetto al Ccnl, il Ccnl rispetto alla legge) può derogare a quella superiore solo in senso più favorevole al lavoratore (cosiddetta derogabilità in melius) e mai in senso ad sfavorevole (inderogabilità in peius).
Da segnalare, tuttavia, che vi sono casi, espressamente e straordinariamente previsti dallo stesso ordinamento, in cui la legge autorizza la contrattazione collettiva all’introduzione di deroghe peggiorative.

Lavoro

Consigli per un Colloquio in una Fiera

Informatevi per tempo sulle imprese presenti (niente di peggio che iniziare lo scambio con l’azienda chiedendo candidamente di che cosa si occupa, la figura del neolaureato sprovveduto, impreparato e poco motivato è assicurata).

Controllate se ci saranno delle presentazioni aziendali a cui partecipare.

Verificate inoltre se dovete/potete iscrivervi registrandovi on line nei giorni precedenti all’evento.

A volte la registrazione vi permette di inserire il vostro CV nella banca dati della manifestazione (a disposizione delle aziende) e magari di essere contattati da un responsabile che ha scorso la banca dati e ha trovato il vostro CV abbastanza interessante da voler cogliere l’occasione del careerday per fissare un incontro.

Ponete domande, non siate timidi! Soprattutto cercate di capire le modalità di selezione, le figure più ricercate, le caratteristiche richieste ai neolaureati, i percorsi di inserimento e avviamento al ruolo, eventuali possibilità di stage ecc e non dimenticate di fare incetta di biglietti da visita e brochure (il materiale da cui partire per preparare le candidature future personalizzate di cui abbiamo discusso prima).

Portate copie del vostro curriculum e, se sapete che saranno presenti delle aziende per voi particolarmente “appetitose”, allegate una breve lettera motivazionale in cui spendere qualche parola in più per spiegare meglio il vostro percorso formativo e il perché del vostro interesse specifico nei loro confronti.

Non scoraggiatevi se vedete file lunghe negli stand delle aziende più note e approfittatene per incontrare le aziende meno gettonate che proprio per questo potrebbero prestarvi più attenzione e magari rivelarsi ugualmente interessanti e con delle concrete opportunità di inserimento (senza tralasciare il fatto che ancora una volta potete “allenarvi” a sostenere i colloqui).

Curate l’abbigliamento: anche se si tratta di una situazione abbastanza informale che non richiede giacca e cravatta e tailleur, sapete bene che sarete valutati anche per come vi presenterete.
Infine non dimenticate che il tutto non si esaurisce a fiera conclusa.

Lo abbiamo già detto, fate tesoro dei colloqui sostenuti!

Ordinate le informazioni raccolte, studiatevele per preparare delle candidature personalizzate che a distanza di alcuni mesi inizierete a inviare alle aziende incontrate.

Questa volta lo farete con un carta vincente in mano: sapete a chi rivolgervi e sapete come farlo in modo meno anonimo e più personalizzato.