Recentemente sono stato invitato per discutere e massimizzare il valore di un blog aziendale già esistente. Le domande vertevano essenzialmente sui contenuti (il tono, la lunghezza e il linguaggio) e la frequenza dei post.
La serie di domande erano molto logiche, ma qualcosa non mi quadrava. Continuavo a pensare: «non c’è una risposta giusta», «tutto dipende», e «che cosa state cercando di realizzare?».
Mi resi conto che l’azienda cercava di scrivere un blog perché sentivano che era una forma necessaria di marketing, e non perché avessero qualcosa da dire.
A mio parere, si inizia a fare blogging in azienda perché i clienti necessitano di un canale con cui comunicare le proprie passioni.
Ci siamo quindi affidati a Internet e abbiamo scritto frasi più o meno brevi con cui scovare attraverso i motori di ricerca, altri brand che si affidano al blogging aziendale.
Il blogging in questo caso mostra tutta la sua efficacia. Purtroppo, molte aziende, nella fretta di adottarlo, spesso si dimenticano della passione, elemento assolutamente importante per i clienti.
Nel caso del blog in questione, il risultato era una raccolta di schede di prodotti e white paper che non mostravano nessuna opinione personale.
Il blog deve far parte di una strategia più ampia d’informazione. I blogger non solo dovrebbero pubblicare pareri e opinioni, ma devono concentrarsi anche sui contenuti provenienti da altre fonti. Insomma, devono essere parte attiva della blogosfera.
Il miglior consiglio che possiamo dare a chi si avvicina per la prima volta al blogging aziendale è: «Sfidate la normalità e diffondete pensieri da leader».
Ricordatevi, che per il cliente, questo è tutto.